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"Il cuore dello Sport". Pratica e prevenzione

 “Il cuore dello sport”. Pratica e prevenzione – secondo convegno “Salute & Benessere vignolese”

VIGNOLA – Si è tenuto nella sala dei Contrari - Rocca di Vignola (MO) - il secondo convegno, dal titolo “Salute & Benessere vignolese”, organizzato da Poliambulatori Riuniti di Vignola (C.F.T. - NEOFISIK) - Direttore Sanitario Dr. Luigi Manzoni - e promosso dall’associazione “dentroailibri". La serata, dal titolo “Il cuore dello sport” Pratica e prevenzione”, è stata interamente dedicata alla Medicina dello Sport. Relatori dell'incontro: il Dr. Ferdinando Tripi, Direttore Servizio Medici dello Sport Asl Modena, il Dr. Gustavo Savino, Responsabile tecnico Centro regionale Antidoping.

È stato fondamentalmente un colloquio pensato per promuovere la cultura dello sport, instaurando un dialogo continuo ed ininterrotto con la città e i suoi dintorni. Un progetto, questo, che i Poliambulatori intendono portare avanti per soddisfare ogni tipo di necessità con una diagnosi certa e una cura efficace senza doversi spostare da Vignola. Durante il convegno è stato messo in luce che la carenza di movimento nell'essere umano compromette non solo le capacità funzionali dell’organismo, ma anche la salute. È nell'ottica di informare e tutelare la vita dell'individuo che la branca di Medicina dello Sport rappresenta, presso i Poliambulatori, un punto di riferimento per gli amanti dell'attività sportiva, atleti ed aspiranti tali.

“Non siamo fatti solo per camminare, ma per correre” ha detto il Dr. Ferdinando Tripi, Direttore Servizio Medici dello Sport Asl Modena, durante il suo intervento. L’organismo, infatti, non abituato all’attività fisica diviene incapace di tollerare anche i minimi sforzi, così, la carenza di movimento peggiora la funzionalità di molti organi e apparati, favorendo varie patologie. La sedentarietà, ad esempio, è già una malattia perché limita l’efficienza fisica. Negli anni, il corpo umano si è evoluto e molte caratteristiche dell'attuale aspetto suggeriscono un buon adattamento alla corsa prolungata, che significa: miglior capacità di raffreddamento durante sforzo; maggior indipendenza di movimenti di testa, parte superiore e inferiore del tronco; arti superiori leggeri; colonna vertebrale, anca, ginocchio e caviglia più resistenti a forze verticali; arti inferiori con muscoli lunghi ed elastici; piede robusto e con volta plantare modificabile dal carico (a “molla”). Pare infatti che, oltre la metà delle cause di morte è il risultato di 7 fattori di rischio, uno di questi è la scarsa attività fisica. Si stima, quindi, che l'inattività fisica causi il 21–25% del carico di malattia attribuibile ai tumori del colon del seno, il 27% del carico di malattia attribuibile al diabete, il 30% del carico di malattia attribuibile alle malattie ischemiche cardiache. “Vi è però una differenza tra attività fisica ed esercizio fisico”, ha spiegato ancora Tripi. L'una (attività fisica): qualsiasi movimento corporeo prodotto dalla contrazione del muscolo scheletrico in grado di aumentare il dispendio energetico; l'altro (esercizio fisico): particolare forma di attività fisica programmata, ripetuta e allenante, intesa a conseguire, migliorare o mantenere l’efficienza fisica. Ed è per questo che i benefici ottenibili attraverso il raggiungimento dei livelli minimi di attività fisica raccomandata sono considerati in base alla riduzione di rischi tumorali e di mortalità.

I medici raccomandano sempre la prevenzione. Alcuni studi, infatti, dimostrano che i ragazzi non corrono più veloci come i loro genitori alla loro età e perdono circa il 5% di velocità ogni 10 anni, la salute cardiovascolare nell'infanzia sta peggiorando. Le cause sono soprattutto legate al sovrappeso. Dal 30 al 60% delle cause del calo della performance sportiva, infatti, sono dovute all'accumulo di grasso. I giovani, oggi, possono essere più forma di una volta ma, paradossalmente, si muovono meno. “Chiunque pratichi sport – ha affermato il Dr. Gustavo Savino, Responsabile tecnico Centro regionale Antidoping – oltre alle comuni patologie a cui è soggetta la popolazione generale è esposto ad un maggior rischio di patologia muscolo tendinea”. “L'ipermedicalizzazione o la tentazione di agire con presidi farmacologici o pseudo tali, con prodotti per la supplementazione dietetica o cosiddetti 'salutistici' al fine di mantenere o migliorare la performance – ha continuato Savino – inducono spesso alcuni sportivi a pratiche di inutile assunzione di sostanze. Tali abitudini possono costituire un rischio per la salute”. L'atleta dunque, sebbene con la pratica dell'attività motoria agisca in maniera efficace per la prevenzione di numerose condizioni patologiche, non è esente dal probabile impiego di farmaci.

Il ricorso a tali sostanze, nello sport, è dunque una pratica piuttosto diffusa, così come l'impiego di prodotti per la supplementazione dietetica e gli integratori. Ma, qualcuno si interroga: lo sport fa male? Se si fa sport, con una dieta varia ed equilibrata, in linea generale, si possono soddisfare le esigenze del proprio organismo, quindi, l'eventuale impiego di integratori alimentari deve tener conto del tipo di attività svolta, delle effettive esigenze individuali e delle indicazioni riportate in etichetta. L'assunzione eccessiva può portare a conseguenze svantaggiose sulla condizione fisica, sul rendimento e se prolungato, anche sulla salute. Tutto ciò, in ogni caso, necessita di una valutazione medico-sportiva; una visita nutrizionale; una valutazione da parte di un esperto (laureato) in scienze motorie. Lo specialista raccomanda sempre che una corretta alimentazione può sopperire a qualsiasi fabbisogno se adeguata allo stile di vita. Il problema principale è che lo sportivo si fa spesso trascinare dal marketing e l'effetto doping tende a prender il sopravvento. 

Ma cos’è veramente il doping oggi? La legge dice: “Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Per fronteggiare questo danno all'organismo esiste un servizio dedicato a coloro, anche in modo anonimo desiderano accedere a informazioni qualificate su: sostanze dopanti o sospette tali, integratori o prodotti di erboristeria, sui farmaci in generale e al loro impiego.

Al primo posto è messa la salute dell'individuo ed è per questo che, dal movimento all'attività fisica in generale, l'uomo agisce inconsapevolmente a suo favore con una frase simbolo, la stessa che ha dato il senso alla serata dedicata a Medicina dello Sport: “Camminare è una delle prime cose che un bambino vuole fare, è una delle ultime che ognuno di noi vuole abbandonare” (Sussma A. Goode R. The Magic of Walking).

Comunicato Stampa